giovedì 23 luglio 2015

LA LEGGE APRE AGLI OPERATORI PRIVATI IN ONDE MEDIE

Il 23 luglio 2015 il Senato della Repubblica ha approvato - in via definitiva -  il disegno di legge europea 2014, (http://www.senato.it/3818?seduta_assemblea=600), ora in attesa di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana.
Tra le disposizioni normative approvate,  di nostro interesse l’articolo 4, che prevede l’assegnazione delle frequenze radio in onde medie a modulazione d’ampiezza anche “a soggetti nuovi entranti”.

Art. 4.
(Disposizioni in materia di servizi di radiodiffusione sonora in onde medie a modulazione di ampiezza. Caso EU Pilot 3473/12/INSO)

1. Dopo l'articolo 24 del testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici, di cui al decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177, è inserito il seguente:
«Art. 24-bis. -- (Assegnazione dei diritti d'uso per le trasmissioni di radiodiffusione sonora). -- 1. Nel rispetto delle risorse di frequenze e delle connesse aree di servizio attribuite all'Italia e coordinate secondo le regole stabilite dall'Unione internazionale delle telecomunicazioni (UIT) in base al Piano di radiodiffusione -- Ginevra 1975, le frequenze radio in onde medie a modulazione di ampiezza (AM) possono essere assegnate dal Ministero per le trasmissioni di radiodiffusione sonora, compatibilmente con gli obblighi del servizio pubblico di cui al presente testo unico e con i relativi piani di sviluppo, anche a soggetti nuovi entranti, previa individuazione dei criteri e delle modalità di assegnazione da parte dell'Autorità, tenuto conto dei princìpi di cui agli articoli 27, comma 5, e 29, comma 3, del codice delle comunicazioni elettroniche, di cui al decreto legislativo 1º agosto 2003, n. 259, e successive modificazioni, e in modo da consentire un uso efficiente dello spettro radioelettrico, anche promuovendo l'innovazione tecnologica»
E’ la prima volta che la legge italiana riconosce anche agli operatori privati il diritto di trasmettere in onde medie, potendosi così affiancare alla RAI (della quale residua in onde medie la sola programmazione di RAI-Radio 1).
Lo Stato italiano intende così porre termine alla procedura di infrazione avviata dalla Commissione Europea su richiesta di Giorgio Marsiglio, autore della denuncia contro il divieto di trasmettere in onde medie da parte di operatori diversi dalla concessionaria di Stato, divieto che altrimenti sarebbe durato almeno sino all’effettiva implementazione della tecnica digitale nelle trasmissioni radiofoniche  ed allo sviluppo del relativo mercato in Italia.
Nonostante la soddisfazione di questo intervento legislativo che, integrando la disciplina del Testo Unico dei Servizi di Media Audiovisivi e Radiofonici (TUSMAR), ha finalmente aperto uno spiraglio affinché gli operatori privati possano trasmettere in onde medie in riconosciuta legittimità anche dallo stato italiano, a parere del denunciante due sono i vizi che rendono ancora insoddisfacente il testo normativo:
- viene affermata la necessità di limitare i diritti d’uso delle frequenze in onda media, prevedendo di conseguenza la necessità del rilascio di apposite concessioni, anziché consentire a tutti gli interessati il diritto di trasmettere mediante una semplice autorizzazione;

- non viene indicato alcun termine entro il quale l’Autorità per le Garanzie nelle comunicazioni (AGCOM) dovrà individuare i criteri e le modalità di assegnazione della concessione a trasmettere e, conseguentemente, il Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) procedere al concreto rilascio del titolo.  
Un passo concreto è stato comunque fatto verso la libertà di trasmettere nelle onde medie italiane e, anzi, ogni ritardo delle Autorità non potrà che essere addebitato a loro sfavore. In proposito si ricorda che – come è stato autorevolmente affermato dalla Corte di Cassazione sin dal 17 ottobre 1984 (vedi sentenza allegata) – l’inerzia del legislatore, protratta indefinitivamente, priva il soggetto di esercitare un diritto costituzionale a lui riconosciuto. [per la segnalazione di tale preziosa sentenza, va ringraziato Massimo Lualdi che la cita a pag. 129 della sua opera “Il concetto giuridico di ambito locale nel sistema radiofonico italiano alla luce dell’evoluzione tecnologica”, reperibile in http://www.planetmedia.it/cgal.pdf].
In conclusione, chi già trasmette in onde medie in ambito locale (e abbia però reso noto al Ministero l’intenzione di trasmettere mediante la presentazione di una SCIA-segnalazione certificata di inizio attività) continui a farlo fino a che l’AGCOM non avrà stabilito e reso noto criteri e modalità di assegnazione delle concessioni a trasmettere: come si ha già avuto occasione di affermare, egli sarà forse considerato un pirata, ma certo non un clandestino: una distinzione non di poco conto per i nostri giudici e di grande valore per gli operatori radiofonici.
23 luglio 2015 Giorgio Marsiglio