lunedì 18 agosto 2008

Marconi, un inventore italiano

E' il secondogenito di un benestante proprietario terriero, Giuseppe Marconi, che aveva sposato in seconde nozze una giovane studentessa di canto, l'irlandese Annie Jameson. Trascorre l'infanzia  nella paterna Villa Griffone, a Pontecchio, nei pressi di Bologna. Diplomatosi all'Istituto tecnico di Livorno, tenta senza successo prima l'esame di ammissione all'Accademia navale e poi all'Università di Bologna. Attratto particolarmente dagli studi di elettronica, mostra invece una precoce inclinazione per la scienza e la sperimentazione. Rilevante per la sua formazione è l'insegnante Vincenzo Rosa, da cui a Livorno prende lezioni private di fisica e di elettrotecnica. Marconi si appassiona all'elettromagnetismo e in particolare agli studi e agli esperimenti effettuati dal fisico tedesco Heinrich Rudolf Hertz. Nell'estate dell'95, all'età di ventuno anni, durante un soggiorno a Villa Griffone, che era la residenza di campagna della famiglia, effettua la prima trasmissione dati senza fili a una distanza di 1800 metri. Dopo aver invano tentato di proporre in Italia la sua invenzione, parte insieme alla madre per la Gran Bretagna. A Londra presenta la prima domanda di brevetto, dal titolo "Miglioramenti nella telegrafia e relativi apparati". Tre mesi dopo, nel giugno dell'86, ne deposita un'altra, "Perfezionamenti nella trasmissione degli impulsi e dei segnali elettrici e negli apparecchi relativi". Propone la sua invenzione alla società Post Office di Londra, che lo sosterrà nelle successive sperimentazioni. Marconi diventa in breve tempo una notorietà in tutto il mondo. Nel 1897 concede all'Italia l'utilizzo gratuito dei suoi brevetti. Nello stesso anno fonda a Londra la Marconi's Wireless Telegraph and Signal Company, con lo scopo di produrre e vendere gli apparecchi da lui inventati, dimostrando così di avere notevoli abilità anche di tipo imprenditoriale. Nel 1900 ottiene la registrazione di un altro brevetto, relativo agli apparecchi sintonici, che consentono a più stazioni radio, vicine tra di loro, di operare senza interferenza, e fonda la Marconi International Marine Communication Company Limited, per commercializzare gli strumenti per le comunicazioni marittime. Il 12 dicembre del 1901 effettua una trasmissione radio tra Poldhu, in Cornovaglia, e Terranova, un'isola del Nord America. È la prima trasmissione transoceanica. L'anno successivo effettuerà gli esperimenti in mare sulla Regia nave Carlo Alberto. Tre anni dopo sposa Beatrice O' Brien, dalla quale avrà tre figli. Nel 1906 fonda nel porto di Genova l'azienda italiana "Officine Radio Marconi" per la produzione delle sue apparecchiature. Nel 1909, quando il transatlantico inglese "Republic" si scontra con il piroscafo italiano "Florida", grazie al messaggio radiotelegrafico di richiesta di soccorso (C Q D – Come Quick Danger) vengono salvati duemila passeggeri. Nello stesso anno Marconi ottiene il premio Nobel per la fisica. È il 1915, scoppia la prima guerra mondiale. Dagli Stati Uniti Marconi torna repentinamente in Italia, e si impegna al fronte nel verificare il funzionamento degli apparecchi radio. Il suo sistema viene sperimentato anche nell'aviazione. Nel '19 attrezza il panfilo di sua proprietà, "Elettra", come un vero e proprio laboratorio galleggiante, e da qui continua a fare esperimenti, utilizzando le onde corte con le quali ha scoperto di poter trasmettere a distanze maggiori. Nel '27, dopo aver ottenuto l'annullamento del precedente matrimonio, sposa la contessa Maria Cristina Bezzi Scali. Dalla loro unione nascerà una figlia, che chiamerà Elettra. Nel '30 sperimenta l'uso delle microonde. L'anno successivo inaugura la radio Vaticana, e nel '32 effettua il collegamento radiotelegrafico tra il vaticano e Castel Gandolfo. Molti e prestigiosi sono i riconoscimenti a lui tributati per la sua rilevante attività di scienziato e inventore. Il 20 luglio del '37, per un attacco di angina pectoris, muore a Roma all'età di 63 anni. Le radio di tutto il mondo osservano in suo onore due minuti di silenzio. (Fondazione Italiani)